Brexit e dazi di Trump crisi Export italiano dopo Vinitaly 2019

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Riflessioni dopo Vinitaly 2019, le nuove sfide del vino

Federvini lancia un allarme dopo Vinitly 2019, 53° edizione conclusasi pochi giorni fa. Il Presidente di Federvini Sandro Boscaini ha dichiarato che “La Brexit fa più paura dei dazi di Trump, due elementi che preoccupano il mercato del vino e dell’export italiano”.

Per quanto riguarda Vinitaly 2019 il Presidente di Federvini Sandro Boscaini ha dichiarato che:

È stato davvero un successo. Finalmente si è capito che il Vinitaly è un vero salone del business, della cultura e della socialità del vino e che è una vera e propria manifestazione di livello nazionale e internazionale”.

Ma è nel dopo Vinitaly 2019 che si tirano le somme, nonostante sia stata un vero e proprio successo, una riflessione profonda va fatta per l’export italiano per quanto riguarda il settore del vino, che è stato turbato dal’annuncio dal Presidente americano Donald Trump sui possibili dazi statunitensi contro i prodotti europei.

La Coldiretti ha affermato che: “Il valore complessivo delle esportazioni agroalimentari italiane negli USA è pari a 4,2 miliardi e rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni nazionali che è di 42,4 miliardi almeno per quanto riguarda il 2018”.Sandro Boscaini, Presidente di Federvini e dell’azienda Masi Agricola, ha rilascato dichiarazioni importanti proprio sull’analisi dei rischi ai quali potrebbe andare incontro il ramo del vino.

Per comprendere quali potrebbero essere le ricadute per il vino in Italia, se il Presidente americano Donald Trump dovesse confermare i dazi, può aiutare a capire la situazione analizzata del Presidente Boschi che è stata chiara e che ha esposto la questione riferendosi al fatto che se anche gli USA rappresentano il primo mercato di sbocco del vino Made in Italy, con i suoi 1,5 miliardi di euro, questo potrebbe creare dei danni che devono essere calcolati, per quanto riguarda i possibili dazi americani, soprattutto per vini come il Barolo, il Chianti e Il Valpolicella, che sono e non può essere negato: “ lo zoccolo duro della nostra tradizione e sono rinomati in tutto il mondo”.

Ma a preoccupare il presidente è il Prosecco, che potrebbe avvertire un bel colpo perché è più sostituibile. Qui entra in gioco la produzione veneta, che fornisce il 90% di Prosecco e di Pinot Grigio, tra i più amati negli USA, di conseguenza il Veneto potrebbe essere la regione italiana ad avere i danni maggiori. Si auspica che il Presidente Donald Trump non attui questi dazi a questo punto.

Ma è la Brexit il fattore che invece potrebbe causare delle ricadute all’export del vino italiano importanti e che vede gli imprenditori davvero allarmati. Presidente di Federvini Sandro Boscaini sottolinea che la Brexit è molto più pericolosa rispetto ai dazi statunitensi, per il fatto che l’Inghilterra è il terzo mercato di riferimento del vino made in Italy e che lo ha fatto crescere in modo impressionante, soprattutto per il mercato del Prosecco.

Gli inglesi sono un popolo di bravi selezionatori e questo potrebbe far sostituire il Prosecco come prodotto, per via dei costi con prodotti provenienti dal Sud America, dalla Nuova Zelanda, dall’Australia, o dal Sud Africa, dove gli stessi inglesi hanno promosso e supportato la viticoltura in questi anni. L’attenzione è molto alta su queste due faccende che stanno giocando un ruolo importante nel campo della dell’economia vinicola.

Un salvagente sembra però essere il mercato asiatico, che potrebbe limare i danni possibili e gli effetti negativi dei dazi statunitensi e della Brexit, ma è più una forma teorica. In Giappone l’Italia sta crescendo, anche grazie agli accordi bilaterali, ma per quanto riguarda il mercato cinese, ci vorrebbe un cambio di marcia, dal momento che che l’Italia nel mercato cinese risulti il 5° Paese esportatore di vini, rasentando l’imbarazzo. Questo è dovuto al fatto, sempre dall’analisi esposta dal Presidente di Federvini Sandro Boscaini, che il problema per la Cina è di non identificare l’Italia come la terra del vino, e questo è incredibilmente contraddittorio.

Il consiglio spassionato e responsabile del Presidente di Federvini Sandro Boscaini è quello dell’urgenza di fare una promozione istituzionale e diventare almeno il 2° Paese nel loro mercato, riformando l’immagine italiana e: “...vendere la nostra tradizione e far capire ai cinesi che l’Italia non è solo moda”.