Castello di Neive

La Storia e la filosofia di Castello di Neive

Una terra di vigne di prima qualità, tra tutte le aree viticulturali predilette del mondo, è da poco diventata estremamente costosa. In gran parte per via della semplice legge di domanda e offerta: mentre le varietà di uva e la coltivazione, fermentazione e tecniche d’invecchiamento possono essere virtualmente trasferiti sempre e ovunque, i luoghi in grado di ottenere i migliori risultati sono pochi, dal momento che non sono altro che la naturale conseguenza di fattori oggettivi e non imitabili: suolo, clima, altitudine ed esposizione.

Le aree a nord e sud della città di Alba in Piemonte non sono un’eccezione a questa regola di ferro. Qui la nobile uva Nebbiolo raggiunge livelli impareggiabili, producendo vini complessi, imponenti, e di lunga durata, irraggiungibili in qualsiasi altro luogo. E’, di conseguenza, interamente logico che i prezzi dei vigneti migliori si siano alzati in anni recenti, raggiungendo livelli che erano inimmaginabili solo poco tempo fa. Una delle case con il più grande patrimonio in termini di vigneti di qualità è sicuramente Castello di Neive di Italo Stupino.

Le sue vigne nella cittadina di Neive nel DOCG Barbaresco includono gioielli quali Santo Stefano, zona di prima scelta nelle grandiose vigne Albesani, un’area perfetta con vini di livello straordinario già cinquant’anni fa. Il primo cru Barbaresco, infatti, fu il Barbaresco Santo Stefano Cru (l’esatto nome dell’etichetta) dell’annata del 1964, un vino proveniente dalle cantine del Castello di Neive. Ma la proprietà di Stupino non si ferma affatto qui: possiede anche un pezzo scelto della vigna Gallina, il cui Barbaresco è di eleganza esemplare, per non parlare anche della vigna Messoirano.

I vini di Castello di Neive

Italo Stupino aveva una carriera di alto successo come imprenditore, un impegno che lo teneva a volte lontano dalla sua terra natale Neive. Ma, nell’ultimo decennio, la sua è stata una presenza fissa nella sua casa d’origine e i vini, di conseguenza, non sono mai stati così piacevoli come lo sono adesso. Frutto anche del lavoro del maestro della cantina della tenuta, Claudio Roggero, e dell’informato consulente enologo Gianfranco Cordero. Barbaresco è ovviamente la storia principale qui, ma non mancano altri vini pregiati: Arneis, Moscato, Barbera, Dolcetto e, in aggiunta un vino frizzante a base di Pinot Nero.

Santo Stefano – Barbaresco Riserva