Cordero di Montezemolo – Azienda Agricola Monfalletto

La Storia e la filosofia di Cordero di Montezemolo

Cordero di Montezemolo è un nome importante nell’italia contemporanea, dal punto di vista economico, politico, sociale ed anche nel mondo del vino. Nell’ultimo caso, non solo per una questione di logica, ma anche di storia. I membri della famiglia sono discendenti della Marchesa Giulia Falletto, che possedeva una parte molto grande di ciò che ora è la zona di produzione del vino più famoso e prestigioso d’Italia, il Barolo. Il nome Falletto, infatti, è parte del nome di un’intera cittadina, Castiglione Falletto, ed i domini della marchesa sono cosparsi di castelli che testimoniano il potere e l’influenza che la famiglia una volta possedeva ed esercitava. 

Una generazione fa, negli anni ’60 e ’70, il patriarca del tempo, insieme a pochi altri lungimiranti, furono leader nel movimento che rese il Barolo un vino più accessibile, flessibile e con una più larga presenza di frutto, ma senza alcun desiderio, che del resto sarebbe futile, di renderlo un vino di facile bevuta, qualcosa che il potere e l’intensità dell’uva Nebbiolo renderebbe difficile quanto una delle dodici fatiche di Ercole.

I vini di Cordero di Montezemolo

L’attuale generazione, Giovanni Cordero di Montezemolo ed i suoi figli, ha continuato su questo sentiero ma con maggiore moderazione; una volta invecchiato in barili, il Barolo Monfalletto della casa, quasi 50 mila bottiglie all’anno, è attualmente invecchiato sia in botte che in barile. Sono anche invecchiati in barile sia il Barbera d’Alba che lo Chardonnay, ma l’influenza della quercia è in questo caso molto più sottile, molto più accennata che percepita, ed anche qui il bilanciamento è decisamente migliore.

In aggiunta all’imbottigliamento regolare di Barolo, la casa, come è costume attuale nella zona, ha due offerte provenienti da un unico vigneto nella linea. Una, Bricco Gattera, che mostra la caratteristica finezza, fragranza e setosità di un ottimo Barolo dalla cittadina di La Morra, un vino che ha contribuito inoltre a dare un nuovo lustro e fama allo stesso cru. Più forte ed intenso, il Barolo Enrico VI, anche se non porta il nome della sua vigna, è un’esemplare dimostrazione di perchè, per quasi mezzo secolo, fin dalla prima mappa della denominazione di Renato Ratti, Villero è considerata una delle migliori vigne del Barolo.

Barolo Enrico VI