La famiglia dei Pinot e i vini Alto Adige DOC

In occasione della degustazione organizzata dalla delegazione fiorentina della Fisar lo scorso 7 febbraio, ci siamo fatti raccontare da Eros Teboni (Best sommelier of the world 2018 e Best Italian sommelier 2021) le diverse sfumature del Pinot in Alto Adige

Una miriade di biotipi, alcuni più diffusi altri meno. Dal punto di vista enologico, la famiglia dei Pinot fa leva su tre grandi vitigni: il Pinot Nero, il Pinot Bianco e il Pinot Grigio. C’è poi lo Chardonnay, per anni confuso con il Pinot Bianco, frutto di un incrocio spontaneo tra il Pinot Nero e il Gouais Blanc. Una storia fatta di mutazioni ed incroci, di barbatelle e di vinificazioni. Una grande famiglia che fa impazzire i wine lovers di tutto il mondo. 

Martin Race (delegazione Fisar Firenze) ed Eros Teboni

Il Pinot in Alto Adige: 5 pillole

Prima di addentrarci nella degustazione delle 8 diverse tipologie di vini appartenenti alla grande famiglia dei Pinot, ecco 5 pillole sull’Alto Adige per inquadrarne meglio il territorio.

L’exploit dei vitigni bianchi: l’inversione di tendenza dagli anni 70

64 % varietà bianche

36 % varietà rosse

Il Pinot Grigio è un trend in aumento. Ecco i principali vitigni bianchi coltivati:

Pinot Grigio (669 ha)

Gewürztraminer (617 ha)

Chardonnay (592 ha)

Pinot Bianco (579 ha)

Sauvignon Blanc (460 ha)

La Schiava regna sovrana. Ecco i principali vitigni rossi coltivati:

Schiava (572 ha)

Lagrein (508 ha)

Pinot Nero (522 ha

Merlot (192 ha)

Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc (161 ha)

Il clima “alpino”

La catena alpina che si staglia a nord scherma efficacemente l’Alto Adige dai venti freddi settentrionali, mentre verso sud l’orografia del territorio si apre accogliendo gli influssi benefici del Mediterraneo. Le forti escursioni termiche fra il giorno e la notte, una temperatura media di 18 gradi durante il periodo vegetativo e la presenza di precipitazioni frequenti sono gli ingredienti ideali per vendemmiare uve di qualità, perfettamente mature e ricche di aromi variegati.

Il terreno dell’Alto Adige

Dal porfido di origine vulcanica (Merano, Bolzano, Caldaro) alla roccia metamorfica di quarzo e mica (Valle Isarco), dal terreno calcareo o dolomitico (Oltradige) alle marne (a sud di Cortaccia). È in questa varietà di terreni che i vini altoatesini trovano condizioni ideali di crescita.

I vini Alto Adige DOC: un ventaglio di sfumature

Come si comporta la famiglia dei Pinot a differenti altitudini, su differenti versanti e in differenti terreni? Ma soprattutto, ci sono analogie? Con la delegazione fiorentina della Fisar, il Consorzio Vini Alto Adige ed Eros Teboni (Sommelier Professionista, Comunicatore e vincitore del concorso WSA “Best Sommelier of the World”) abbiamo messo a confronto due diverse etichette per ogni “tipologia” di vino: Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Nero.

Due diverse espressioni di Pinot Bianco

Nel primo bicchiere abbiamo Alto Adige Terlano Pinot Bianco DOC Eichhorn 2021 di Manincor. Siamo su un terreno sabbioso, porfirico di originale vulcanica, a 300 metri di altitudine. L’uva diraspata è rimasta a macerare per otto ore nella pressa onde attingere aroma e struttura dalle bucce. La fermentazione è avvenuta in botti di legno, in modo spontaneo grazie a lieviti indigeni. Seguono nove mesi di affinamento in botti di rovere con i lieviti. 13% vol. 

Nel secondo bicchiere abbiamo Alto Adige Terlano Pinot Bianco Riserva DOC Vorberg 2020 di Cantina Terlano. Qui il terreno è composto prevalentemente da porfido quarzifero, le vigne crescono tra i 480 e i 650 metri d’altitudine. Vendemmia e selezione delle uve manuali. Pigiatura delicata a grappolo intero e sfecciatura per sedimentazione naturale. Fermentazione lenta a temperatura controllata in botti di rovere grandi (70 e 30 hl). Fermentazione malolattica e affinamento per 12 mesi sui lieviti fini nelle botti di legno tradizionali. 13,5% vol.

La differenza tra i due vini è netta già al naso: fresco e minerale il primo, speziato e con frutta più matura il secondo. Le sensazioni olfattive si confermano anche al palato, con Eichhorn che gioca sull’eleganza e la verticalità e Vorberg che punta più sulla morbidezza e l’avvolgenza.

Lo Chardonnay, “il figlio” del Pinot Nero

L’indagine delle diverse sfumature di Pinot nei vini dell’Alto Adige DOC prosegue con due Chardonnay. 

Il primo: Alto Adige Chardonnay DOC Turmhof 2020 di Tenuta Tiefenbrunner | Schlosskellerei Turmhof. Vigneti esposti verso sud a Magrè e vigneti collinari a Cortaccia, ad un’altitudine di 210-450 metri. Ghiaia calcarea di sedimenti morenici a Cortaccia e terreni alluvionali sabbiosi a Magrè. Fermentazione e affinamento per dieci mesi al 50% in legno grande sotto regolare batonnage, al 25% in botti di cemento e al 25% con fermentazione malolattica in tonneau. Dopo l’assemblaggio, il vino matura altri due mesi in botti di cemento, per poi essere imbottigliato ed affinato per cinque mesi in bottiglia. 13,5 % vol.

Il secondo: Alto Adige Chardonnay Riserva DOC Baron Salvadori 2020 di Nals Margreid. La zona di produzione è quella di Magrè, Bassa Atesina, ad un’altitudine di 220-250 metri. Terreni con ghiaia calcarea con un contenuto di humus ben arieggiato. Dopo la pressatura delle uve intere, il mosto decanta una temperatura più fresca. La fermentazione successiva avviene in piccole botti di rovere. Dopo la fermentazione malolattica, il vino matura per 12 mesi su lieviti fini e altri 2 anni in bottiglia.

Più beverino il primo, con una nota caratteristica e piacevolissima al naso di pietra focaia data dalle soste sulle fecce fini. Più panciuto il secondo, di grande struttura con note terziarie di grande persistenza.

Pinot Grigio, il vino bianco più esportato dell’Alto Adige

A confronto due bellissime espressioni di Pinot Grigio: Alto Adige Valle Isarco Pinot Grigio DOC Aristos 2021 di Cantina Valle Isarco e Alto Adige Pinot Grigio DOC Unterebner 2021 di Cantina Tramin.

Aristos 2021 nasce dal territorio della Valle Isarco, su terreni argillosi, molto profondi e fertili con elevata capacità di ritenzione idrica, a 550-600m. Le uve sono raccolte esclusivamente a mano. Dopo un breve tempo di contatto con le bucce, segue la pigiatura delicata. La fermentazione a temperatura controllata e la maturazione per 10 mesi sulle fecce nobili avviene in parte in botti d’acciaio e in parte in botti grandi. 13, 5% vol.

Unterebner nasce invece nella zona di Termeno/Montagna, su terreni ricchi di ghiaia calcarea e argilla, in parte con sottofondo di roccia di porfido, a 400-600m. L’uva è raccolta a mano e posta in piccoli contenitori che la mantengono integra. Fermentazione lenta a temperatura controllata (18-20°C) in botti di legno e parzialmente in tonneaux, dove avviene anche la fermentazione malolattica. Sfecciatura del mosto per sedimentazione naturale; affinamento in botti grandi di legno (30-40 hl) e in piccola parte in tonneaux, sempre a contatto con i lieviti fino a fine agosto. Dopo l’imbottigliamento, il vino è lasciato in bottiglia per un minimo di 3 mesi per un’ulteriore maturazione, portando il periodo di affinamento complessivo ad un minimo di 14 mesi. 14%vol.

Anche in questo caso la differenza è netta: il primo vino è minerale ma non sapido, ricco di frutta croccante e dalla beva immediata. Il secondo vino si differenza per il naso esotico e speziato e la beva strutturata e piena.

Sua maestà il Pinot Nero

ll calice di tinge di rosso e siamo pronti a sentire i delicati tannini del Pinot nella bocca. A confronto due cantine simbolo dell’Alto Adige: Pfitscher e Castelfeder.

Alto Adige Pinot Nero Riserva DOC Matan 2020 di Pfitscher nasce nella zona di Gleno/Montagna da vigneti a 550 metri dal mare. Il terreno è argilloso e calcareo, a fermentazione avviene a temperatura controllata econ continua follatura delle vinacce per circa 14-16 giorni in apposite botti. Affinamento aroma per dodici-quindici mesi in legno di rovere e per alcuni mesi in bottiglia. 13,5% vol. 

Alto Adige Pinot Nero Riserva DOC Burgum Novum 2018 di Castelfeder proviene invece da vigneti selezionati nella Bassa Atesina, ad un’altitudine di 450-790 metri, su terreni con depositi di calce e porfido.Fermentazione alcolica in acciaio, 18 mesi di maturazione in barrique e fermentazione malolattica, 12 mesi affinamento in acciaio e 6 mesi in bottiglia. 13,5% vol.

Due espressioni diverse ma entrambe piacevolissime, sia al naso che al palato. Nella prima etichetta troviamo frutta più piccola, il varietale è valorizzato grazie al lavoro di riduzione sulle fecce fini fatto in cartina. Palato ben bilanciato con una piacevole linea sapida. 

Del secondo vino stupisce innanzitutto il colore, ancora rosso intenso. Al naso si stagliano more e lamponi con sentori balsamici e di ginepro sul finale. Ottima struttura e grande persistenza.