Stefano Amerighi | Il Caso e la Necessità | Verticale 2006 – 2020

Stefano Amerighi – Il Caso e la Necessità

Cortona 2002, Stefano Amerighi, in seguito a molteplici viaggi di studio nel Rodano per approfondire le potenzialità enologiche del Syrah decide di intraprendere un nuovo percorso dove poter esprimere liberamente il proprio modo d’interpretare il vino.

Il Syrah a Cortona non era una novità, era stato introdotto dalle ricerche condotte sin dagli anni ’80 dal professore di agronomia Attilio Scienza insieme alla fondazione dei Tenimenti d’Alessandro, che intuirono l’adattabilità del vitigno per antonomasia della Val del Rodano sulle colline calcareo-argillose di origine pliocenica della Val di Chiana. Si dovette aspettare tuttavia fino al 1999 per il riconoscimento della DOC Syrah di Cortona, un traguardo importante che donò nuove speranze alla viticoltura della zona.

Nel 1970 il premio nobel per la medicina Jacques Monod sosteneva nel suo saggio sulla Filosofia Naturale e la Biologia Moderna che tutto ciò che esiste nell’universo sia frutto dell’incontro del caso con la necessità.

Potremmo quindi supporre che l’incontro di Stefano Amerighi con il Syrah (o la Syrah come preferisce chiamarla), sia stato un caso, mentre fu la necessità che lo avvicinò alla biodinamica, alle fermentazioni spontanee e al ripudio di correttivi enologici, uno zeitgeist in grande fermento in quegli anni, ma che poco aveva a che fare con l’immaginario di Cortona, dove un tale approccio veniva ancora percepito stravagante.

Tuttavia, oltre i confini della Val di Chiana agli inizi del 2000′ il movimento del cosiddetto “vino naturale”, prima confinato a un vezzo di produttori virtuosi ma solitari iniziava ad acquisire un suo ubi consistam coerente e organizzato.

Iniziano quindi a proliferare di associazioni, fiere, distribuzioni ed enoteche specializzate, ma anche numerosi libri e film divenuti celebri come la rivista di controcultura “Porthos” (1999) di Sandro Sangiorgi e il documentario sulla globalizzazione del vino “Mondovino” (2004) di Jonathan Nossiter.

Col passare dei decenni il movimento del “vino naturale” acquisisce un vigore e una popolarità crescente, cambiando radicalmente il modo in cui il vino viene concepito, non solo in termini organolettici, ma da un punto di vista etico e politico.

Negli ultimi anni Stefano Amerighi tuttavia si ritaglia una posizione che si potrebbe definire ecumenica, nel tentativo di creare un dialogo tra il mondo in parte ingessato e conservatore delle istituzioni del vino con quello più radicale e massimalista del cosiddetto mondo del vino naturale. Un dialogo che ha portato anche a paradossi storici, come quando il suo Syrah è stato bocciato da parte della commissione di assaggio perché “non avrebbe rispettato dei parametri organolettici convenzionali”, privandolo per un’annata della DOC Cortona, nel periodo in cui Stefano Amerighi ricopriva la carica di presidente del Consorzio della DOC. Un sintomo inequivocabile di due visioni enologiche dicotomiche che tuttavia negli ultimi anni in Italia stanno gradualmente aprendo un confronto proficuo.

Ripercorriamo una verticale di Stefano Amerighi dal 2006 al 2020.

Syrah 2006 – Radice di liquirizia, oliva taggiasca e tè nero. Al palato succoso, con tannini materici e acidità in evidenza. Ottimo equilibrio e persistenza. 94/100

Syrah 2010 – Frutto frontale sottospirito con note alcoliche leggermente in evidenza che prevaricano il carattere varietale, componente fenolica contraddistinta da leggere asperità. Equilibrio e persistenza media. 92/100

Syrah 2013 – Frutti rossi che esaltano la dimensione di freschezza, note vegetali di erbe officinali e cuoio. Al palato tannini leggermente astringenti, acidità pronunciata. Nel complesso equilibrato nelle sue durezze e discreta lunghezza. 94/100

Syrah 2016 – Quadro olfattivo stratificato che spazia da note di fiori rossi disidratati, oliva taggiasca, patchouli e sidro. Al palato tannini morbidi ben equilibrati con la componente alcolica e le acidità. Ottimo equilibrio e lunghezza 95/100

Syrah 2018 – Note delicate di violetta e ribes rosso alternate a note lattiche di burro fuso e sfumature ematiche. Tannini leggermente in fieri e corpo medio sostenuto da acidità pronunciata. Buon equilibrio, persistenza discreta. 94/100

Syrah 2020 – Intenso e vinoso: lampone, violetta, oliva nera e nipitella selvatica. Al palato croccante, succoso, con ottimo corpo e grande lunghezza. 96/100.

Dal 2020 con l’arrivo di Francesco Beligni viene praticata la fermentazione a grappolo intero e abbandonato completamente l’utilizzo del legno in affinamento per prediligere contenitori inerti come il cemento e la porcellana.